Donne di alto spessore

Tempo fa sulla chat di lettere al direttore, un certo utente ( si firmava PassavoDiQua ) aveva avvallato il dogma secondo il quale le utenti che non hanno dato credito a Golem opponendosi alle sue tesi sull’ amore ( cioè Rossana e Suzanne ) sarebbero donne “di un certo spessore”, mentre altre ( come la sottoscritta ) sarebbero invece sciacquette qualsiasi.
Personalmente, ho il sospetto che tale “passante” altro non fosse che Kid o AndreaT.O. sotto mentite spoglie ( cioè due dei miei più strenui detrattori su lad ) e quindi era suo interesse lanciarmi l’ ennesima provocazione. Provocazione alla quale, come sempre, ho risposto con sereno distacco argomentando le mie motivazioni con la mia consueta e pungente ironia ( una cosa che da terribilmente fastidio ai finti perbenisti come costoro ).
io però volevo puntare l’ attenzione su un altro aspetto, e cioè su cosa per me significhi essere una “donna di spessore”.

A questo proposito, riporto qui due testimonianze, due esempi di tali donne che secondo me rappresentano egregiamente questa auspicabile categoria femminile. Stavolta lascio che siano le parole di queste stesse donne a illustrare ciò che intendo esprimere:

Blume
28 OTTOBRE 2018 ALLE 14:34
Alma, ha ragione Mirna, il problema sono i nostri vuoti, la mancanza di specchi, la necessità di validazione esterna, la sensazione di non valere, di non farcela da soli… Np ( narcisisti perversi ) hanno gli stessi vuoti, ma fanno presto a ricacciarli indietro: attraverso una corsa insensata di emozioni sempre nuove, diretti verso il nulla… Per noi dipendenti affettivi non è altrettanto facile: con il vuoto ci facciamo i conti, rimaniamo aggrappati alle persone per non sentirli. Ma non è amore. È dipendenza, è il vuoto che ci aspettiamo di riempire amando disperatamente, cercando di salvare qualcuno che riconosciamo come pelle della nostra pelle, ma che è solo il nostro virus…
Conosciamo tutti queste terribili sensazioni. Non scambiamole per amore, però, non scambiamole per nulla altro che non sia la nostra incapacità di autoascoltarci, perdonarci, colmarci, volerci bene. Questo dobbiamo imparare a fare. Sembrano parole trite, insulse, senza senso, lo so. Ma non c’è altra strada che questa. Non c’è altra via di salvezza. Accettare che escano dalla nostra vita, affrontare il vuoto che ne consegue, e poi cominciare a vivere davvero, non di luce riflessa. Non come un narcisista.
Un abbraccio.

fonte: https://artedisalvarsi.wordpress.com/2018/10/24/le-scelte-auto-distruttive-dei-narcisisti-il-ruolo-della-rabbia/feed/

Claudileia Lemes Dias
18 GENNAIO 2019 ALLE 9:33
Cara Device, credo che ciò che provi riguarda l’esperienza unica di specchiamento concreto che hai vissuto. Ti sei rivista in quella donna in modo CONCRETO e non immaginario o ipotetico, e ora provi questo senso di straniamento. Una cosa è leggere un articolo o nei commenti che loro non cambiano mai, un’altra – totalmente diversa – è avere la testimonianza viva di una persona ancora dentro che subisce orrori peggiori dei tuoi, nonostante abbia la consapevolezza di ciò che sta vivendo. Sembra un brutto sogno ma lei rappresenta per te, cara, la Device che non c’è più: quella che si dimenava, piangeva, lottava e a volte s’umiliava facendo avanti e indietro in una storia tossica. Mi è capitato nella vita di pensare: “Oddio, ho fatto veramente tutto questo PER UN UOMO? Dov’ero con la testa mentre lo facevo e perché?”. Bene, fortunatamente anche questa fase viene superata e tutto viene rivisto nell’ottica di un percorso che dovevi compiere per arrivare a livelli più alti di consapevolezza di sé, di vita creativa, di capacità di superare ostacoli, di potenziamento del tuo livello di resilienza. Attenzione, non sto dicendo che questi esseri ti insegnano alcunché (perché ti vorrebbero schiava a vita) ma che tu da questa bruttura e grazie ESCLUSIVAMENTE alle tue capacità, puoi accedere a un livello di comprensione e di accettazione del tuo Sé difficilmente raggiungibile a chi non approfondisce un’esperienza di vita così devastante e si limita a restare nella melma convintissimo che la vita sia questa e che l’amore è “fatto così”. Tu sai che sono concetti vuoti, illusioni che ci bloccano la vita. Quindi, quando ci capita di rivedere ciò che eravamo proviamo una sorta di angoscia che non ha niente a che vedere con la gelosia provata da una persona ancora dipendente quando si confronta con la famigerata “altra”. Questo perché hai l’esatta dimensione del tuo valore intrinseco e che NULLA e NESSUNO può essere paragonato a te. Avremo voluto salvare la persona nella rete del perverso che ci ha ferito con ogni mezzo, ma SAPPIAMO che non possiamo mettere a repentaglio la nostra psiche nel processo. Cara Device, ti è capitata l’esperienza unica di rivedersi ai tempi dell’oscurità. Pensati come una poetessa che è scesa con la sua torcia agli Inferi nel miglior stile Alighieri, e che poi è risalita per raccontarci, incolume, cosa significa la vita per chi persevera tra le tenebre. Quando proviamo vera compassione per chi è nel girone, siamo davvero salve. Rigurgiti negativi ci saranno sempre. Alla fine la vita non è fatta soltanto di arcobaleni e zucchero filato, come ben sappiamo. La questione è sopravvivere senza perdere l’empatia, la compassione e la fiducia nel mondo. E’ possibile smettere di vivere nell’ illusione senza perdere i nostri beni più preziosi: l’entusiasmo, la gioia, l’intraprendenza, la voglia di amare e di essere amati… Non aver dubbi che hai fatto passi da gigante!

fonte: https://artedisalvarsi.wordpress.com/2018/04/19/gli-schemi-narcisisti-per-rompere-il-contatto-zero-e-cosa-fare-per-mantenerlo/

Blume e Claudileia probabilmente non sono donne “perfette”, forse non passano i pomeriggi leggendo romanzi rosa o poesie mentre sorseggiano il loro thè in maniera composta, probabilmente non sono nemmeno delle creature angelicate e magari avranno avuto le loro esperienze, sia sessuali che esistenziali. Ma sono Donne con la D maiuscola, DONNE che come me hanno avuto famiglie difficili e relazioni affettive con uomini psicologicamente perversi e sono riuscite a sopravvivere a queste dure esperienze uscendone fortificate e consapevoli.
Sopratutto, sono donne che hanno imparato a distinguere un legame di amore autentico da tutto ciò che amore non è; chi non ti corrisponde, chi ti svaluta, ti tradisce, ti maltratta e ti lascia NON TI AMA E NEMMENO TU AMAVI COSTUI, era solo ossessione traumatica e dipendenza biochimica, bisogna metterselo in testa.
Donne come Blume e Claudileia oggi non hanno problemi ad ammettere onestamente la genesi di certi loro vissuti, grazie alla loro empatia ( quella vera ), alla loro apertura mentale e alla loro semplicità, e grazie anche ad una capacità di analisi non indifferente e non molto diffusa, ahimè, tra le donne. Come possiamo vedere quotidianamente sul sito che qui siamo soliti commentare ( lettere al direttore ) molte donne infatti preferiscono rimanere ostinatamente abbarbicate a una visione confortante ma illusoria delle loro storie precedenti, impedendosi così di CRESCERE e di squarciare il velo dell’ incomprensione e della cecità su determinati meccanismi. Il che è un vero peccato, sopratutto per chi si fa portavoce della dignità tutta al femminile.

Ops.. dimenticavo… gli abbracci di Blume sappiate che SONO AUTENTICI. Diversamente da quelli di altre presenze femminili in rete.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.