Signor censore: leggiti questo!

Qual’è la differenza tra un moderatore, un marketer e un censore ?

Credo che purtroppo siano ben pochi gli amministratori di forum e blog che hanno ben chiara questa distinzione. Credo che mischiare le tre cose sia “pericoloso” per l’ etica della rete e il libero pensiero, e sia improduttivo per gli stessi gestori dei siti ( compresi quelli commerciali ). 

Personalmente, mi trovo perfettamente d’ accordo con quanto segue, scritto da questo utente: 

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nell’ ambito di questa discussione che ho trovato in rete: http://www.ilpost.it/2014/09/30/moderazione-commenti/

Vi riporto qui di seguito il testo completo del suo commento all’ articolo di cui sopra:

“Aggiungerò il mio commentino anch’io, con la “paura” – tra l’altro – di essere censurato. Da quando conosco il Post avrò commentato due o tre volte in tutto, però i commenti e i commentatori di questo “luogo” li ho sempre apprezzati tantissimo, anzi spesse volte ho segnalato articoli in giro menzionando specificatamente i commenti e consigliando caldamente di leggerli.

Detto questo, proprio stamattina, dopo aver guardato un articolo sono sceso in basso a caccia di commenti e ho trovato un vuoto desolante. Sì, desolante. Ho proprio pensato: “Dio, che desolazione” e poi anche: “che peccato”. Non c’erano commenti; neanche uno. Zero. Avete presente il vuoto? Quelle foto di capannoni abbandonati, di uffici vuoti, di case dopo un trasloco? Ecco.

Qualcuno di voi della redazione ha scritto che il traffico generato dai commenti e dai commentatori rappresenta(va) lo 0,1% del traffico totale, cioè qualcosa di irrilevante, di cui si può fare a meno, il superfluo, il di più. Be’, a me francamente è sembrata una considerazione orribile e se vogliamo anche maleducata nei confronti di chi legge e soprattutto di chi commenta. Poi ripensandoci mi è sembrata molto triste, fredda, basata solo sui numeri, sul calcolo, anche sui soldi probabilmente, e viceversa molto svalutante sul piano umano, fosse anche stato lo 0,0001%. Non so, non vorrei fare il melenso, ma avete presente quello che va a cercare la pecorella smarrita? In fondo è una sola in un gregge di molte migliaia, cosa vuoi che sia una povera pecorella. Sai che perdita…

Grazie eh. Ormai siete grandi e non vi serviamo più. Anche se non ho quasi mai commentato, per empatia con i commentatori assidui mi sento un po’ anch’io una vecchia ciabatta gettata in un angolo perché ora ci si può permettere un’intera scarpiera.

Per finire, cosa volete che vi dica? Visto che siamo lo 0,1%, minacciarvi di andare via e non tornare mai più di sicuro non vi turba, anzi magari vi è di sollievo, così potrete sprecare meno risorse per controllare i commentatori. E poi, per fare un dispetto irrilevante a voi, farei un dispetto non da poco a me. Certo i commenti aggiungevano molto valore agli articoli, e anche quelli un po’ così alla fine erano comunque degni di essere guardati grazie ai commenti. E non venitemi a dire che i commenti interessanti rimarranno, perché leggere un serioso commento pubblicato dopo ore non è la stessa cosa, e penso che lo sappiate. E se invece non lo sapete, “sapevatelo”.

In verità non ho maturato un’idea precisa: non mi sono messo lì a pensare: “Li non ci torno più”. Vedrò come va, cosa ne pensa la mia testa quando mi fa aprire quasi meccanicamente i siti a cui sono abituato (Il Post è diventato uno dei “miei” siti senza quasi che me ne accorgessi, e con altri è successo il contrario). Tornerò? Non tornerò? Tornerò ogni tanto? Ma a voi, in fondo, cosa ve ne frega?”

Che dire… non rimane granchè da commentare, in quanto tutto quello che avrei potuto dire io in questo caso, lo ha già brillantemente esposto questo utente nel suo intervento sopra. Il lavoro del moderatore, come dicevo io stessa nei giorni scorsi nello stesso forum da cui sono stata appena bannata dopo una lunga frequentazione ( “lettere al direttore” ) è senz’ altro un compito impegnativo e non facile, che richiede non solo la capacità tecnica di gestire un sito web ma anche, sopratutto, una certa sensibilità e un certo livello di comprensione dei fenomeni umani e antropologici della nostra società e del nostro tempo. Proprio per questo, non è un compito che può essere affidato a chiunque, non se ne può occupare chi – come gli amministratori di “lettere al direttore” – hanno dimostrato di ragionare al pari dell’ ut(o)nto medio e di salvaguardare esclusivamente i meri aspetti merceologici. Ammesso che poi la loro mossa, da questo punto di vista, sia davvero “vincente”. Ma ne dubito.

Altro commento con il quale mi trovo perfettamente d’ accordo, e che è anch’esso figlio della discussione di cui sopra, è il seguente:

quello che io trovo raccapricciante è che esistano linee guida di moderazione che cerchino di imporre dall’alto un certo tipo di sviluppo della conversazione. il suo esempio sul locale che funziona è perfetto: se un locale attira una clientela casual che balla sulla pista e si pretende di imporre un dresscode e si riempie la pista di tavolini e sculture perchè si vuole una clientela diversa che faccia cose diverse, semplicemente il locale perderà tutti i suoi avventori e si ritroverà vuoto in attesa che si possa o meno riempire di nuovi avventori in giacca e cravatta che non ballano. è possibile che questi nuovi avventori arrivino in massa, ma è probabile che, vedendo un locale vuoto, decidano di non entrare nemmeno. chi ci rimette? la clientela casual che perde il proprio punto di aggregazione, il gestore del locale che perde clienti, il clima culturale che perde di stimoli. chi ci guadagna? giusto l’ego del gestore del locale che si divertirà al vernissage con gli amici a dire “cappevi, sono viuscito a cacciave qui bavbavi bifolchi che mi viempivano il locale”.
è una linea di moderazione che si pone in contrapposizione diretta al pollaio più pecoreccio, ma entrambi dimostrano gravi incapacità di gestione degli spazi di discussione. la moderazione efficace agisce poco, miratamente, ed ha poco da lavorare se gli spunti offerti dai gestori dei forum (ad esempio i giornalisti, se si parlasse di un giornale) sono di buon livello.
ogni riferimento a fatti e persone realmente esistenti è puramente casuale, o causale, fate voi.”

Vostra affezionatissima. 

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